La misura della radioattività naturale nel comune di Lamezia Terme (CZ)

Aneas (Associazione Nazionale Esperti ed Addetti della Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro) rappresentata dal vicepresidente geom. Salvatore Saragò, EFEI (Ente Paritetico Bilaterale Nazionale per la Formazione) rappresentata dal vicepresidente geom. Simone Scalise,SINERGETICA Group S.r.l. rappresentata dal dott. ing. Antonio Maionee l’ARPACAL (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Regione Calabria), rappresentata dal Direttore Tecnico Scientifico Dott. Oscar Renato Ielacqua per delega del Rappresentante Legale Dott.ssa Sabrina Maria Rita Santagati, con sede a Catanzaro Lido in Viale Lungomare Loc.tà Mosca snc (che si avvarrà del supporto operativo del Direttore del Dipartimento Provinciale competente per territorio), hanno avviato una collaborazione tesa al conseguimento dei seguenti obiettivi:
la verifica puntuale degli adempimenti previsti dal decreto legislativo n. 230/95 e D.Lgs. 81/08 s.m.i.  nei luoghi di vita e di lavoro con maggiore rischio radon in ambienti indoor;
la misura della concentrazione di attività del gas radon nei luoghi confinati ritenuti a maggior rischio con individuazione delle area con una elevata probabilità di rischio radon (prone areas) ricadenti nella territorio comunale di Lamezia Terme (CZ);
promuovere la cultura della prevenzione sul gas radon a soggetti portatori di interesse.

Il gruppo di ricerca è costituito da:
Coordinamento di progetto in capo a ANEAS in collaborazione con EFEI e SINERGETICA Group S.r.l.;
Responsabile scientifico del progetto: laboratorio fisico di Catanzaro Ettore Majorana,coordinato dal Dott. Salvatore Procopio coadiuvato dal Dott. Michele Folino Gallo;
figure professionali nominate dagli enti a supporto del responsabile del progetto per le fasi I e II del programma di attività previsto.

L’attività inerente il posizionamento dei dosimetri utilizzati per la misura del gas radon ha avuto inizio il giorno 29 gennaio 2014.
La scelta della tipologia di ambienti chiusi da monitorare nasce oltre che da una indicazione normativa, dall’applicazione di un primordiale principio di radioprotezione volto al contenimento della dose assorbita dalla popolazione.
Poiché il radon è un gas radioattivo, può risultare cancerogeno se inalato, in quanto emettitore di particelle alfa. La principale fonte di questo gas risulta essere il terreno (altre fonti possono essere in misura minore i materiali di costruzione, specialmente se di origine vulcanica come il tufo o i graniti e l'acqua), dal quale fuoriesce e si disperde nell'ambiente, accumulandosi in locali chiusi ove diventa pericoloso. Si stima che sia la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo di sigaretta, ed alcuni studi evidenziano sinergie fra le due cause. Ad esso sono attribuiti dal 5 al 20% di tutti i casi (da 1.500 a 5.500 stimati per la sola Italia all’anno).
La raccolta di dati sperimentali diretti e delle informazioni sui materiali da costruzione dei diversi immobili destinati a luoghi di lavoro e utenze abitative rappresentano una base dati indispensabile per la stesura di una prima mappatura del radon sul territorio.
Inoltre, il coinvolgimento diretto della comunità costituirà uno strumento efficace e inequivocabile per l’informazione e la diffusione delle conoscenze sugli agenti fisici inquinanti sulla loro pericolosità.
I dosimetri utilizzati per la misura del gas radon, composti da un rivelatore (elettrete) e da una camera di conteggio, vengono posizionati all’interno del locale da monitorare e lasciati nel punto di indagine per un tempo prestabilito. Il radon penetra in questi dispositivi per diffusione e per effetto del suo decadimento, ionizza il volume della camera di conteggio scaricando il potenziale superficiale del disco presente al momento dell’esposizione. Dalla differenza di potenziale elettrico superficiale del disco tra il valore a fine esposizione e quello iniziale, è possibile determinare la concentrazione di attività volumetrica di radon presente in un determinato sito [Bq/m3].
Il progetto viene sviluppato in un periodo di circa 12 mesi e permette di allestire la prima banca dati per la misura della concentrazione del gas radon in ambienti chiusi, primo e indispensabile passo per la stesura di una mappa territoriale per il rischioradon.
Attraverso l’acquisizione delle coordinate geografiche di ogni punto di misura, sarà possibile inoltre costruire una cartografia cromata con i diversi valori di concentrazione media di attività di radon.
La campagna di misura rappresenta senza alcun dubbio un momento educativo e di divulgazione particolarmente efficace per quanti saranno coinvolti.

Autore: Ufficio Stampa ANEAS